Le migrazioni o spostamenti sono un fenomeno globale complesso, con cui si confrontano tutti gli Stati del mondo.

Il concetto di migrazione si divide in emigrazione (uscita dal Paese) e immigrazione (arrivo in un Paese). Le Nazioni Unite definiscono un migrante come ogni persona che cambia il proprio Paese abituale di residenza, modificando così il suo domicilio permanente o temporaneo.

Le migrazioni economiche si riferiscono a quelle forme di immigrazione legate alle possibilità di impiego, a un reddito dignitoso per il lavoratore e per la sua famiglia.

Un profugo è una persona che fugge dal proprio Paese a causa di pericoli, persecuzioni o difficoltà legate a guerre, motivi politici, religiosi o razziali.

All’interno dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, i problemi dei profughi vengono affrontati dall’UNHCR. Secondo i loro dati, nel 1991 nel mondo c’erano circa 17 milioni di profughi, a cui va aggiunto un numero simile di migranti.

I profughi sono una costante nella storia europea: ad esempio, tra il 1891 e il 1919 circa un milione di armeni fuggirono dai turchi, mentre nel 1917 circa 1,5 milioni di russi fuggirono verso i Paesi dell’Europa occidentale.

Dopo la Seconda guerra mondiale, circa 15 milioni di tedeschi furono espulsi dai territori che un tempo appartenevano alla Germania. Dall’Ungheria, dopo la fallita rivolta del 1956, circa 160.000 persone fuggirono in Austria. Tra il 1992 e il 1995, i conflitti armati nei territori dell’ex Iugoslavia provocarono ondate di profughi.

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