Probabilmente la ricerca di medicinali, erbe curative, rimedi e unguenti per alleviare dolori e altri disturbi esiste da quando esiste il mondo. Tuttavia, il primo documento in lingua slovena che menziona la farmacia sul nostro territorio o un farmacista risale “solo” o “già” all’anno 1598. In quell’anno il fisico di Novo mesto, Bartolomej Schoeber, pubblicò istruzioni e regole di comportamento e allo stesso tempo propose che Janez (Joanes) Leykauff fosse nominato farmacista provinciale a Novo mesto.

Schoeber, in diciotto punti, elenca le qualità caratteriali di un farmacista:

«che … deve vivere onestamente, non deve essere ubriacone né bestemmiatore, né avaro né ghiottone, non deve usare parole malvagie, né diventare impaziente.»
Riguardo alla qualità ed efficacia dei medicinali, egli afferma:

«… il farmacista deve essere sempre fornito di merce fresca, efficace e non deteriorata, deve preparare tutti i medicinali solo secondo il Dispensario di Cordova e quello di Augusta, e non in altro modo. Non deve preparare altri medicinali proibiti, anche se prescritti dal dottore. Non deve dare alcun veleno dalla farmacia, a meno che non conosca molto bene la persona e sappia per quale scopo lo utilizzerà. Per un prezzo adeguato dei medicinali consiglia che il farmacista … “non faccia pagare troppo cari i medicinali a nessuno, ma li venda a un prezzo equo, affinché la gente preferisca venire in farmacia.”»
Fonte: Aleš Krbavčič: Etica e deontologia in farmacia, Zdravstveni vestnik 2001; 70.
 

Nel libro Il signor Bello e il miracolo blu accade qualcosa di incredibile proprio in farmacia.