Il nome deriva dalla lingua araba e significa fortezza rossa. Riflette il colore dell’argilla rossa circostante con cui è costruita. È un complesso palaziale edificato nel XIV secolo. Sul suo sito esisteva già nell’anno 889 una piccola fortezza, poi abbandonata. A metà del XIII secolo, il primo emiro dell’Emirato di Granada costruì nello stesso luogo le mura e i suoi palazzi. Nel 1333 il sultano di Granada la trasformò in palazzo reale, che divenne la residenza degli Ziridi, l’ultima dinastia musulmana della penisola iberica.

A causa della scarsa manutenzione, l’Alhambra iniziò a deteriorarsi fino a quando, nel XIX secolo, non fu riscoperta da scienziati e viaggiatori europei che avviarono i primi lavori di restauro. Nel 1984 è stata inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

L’Alhambra unisce le caratteristiche naturali del luogo con le costruzioni e i giardini ed è una testimonianza della cultura moresca in Spagna e dell’abilità degli artigiani, costruttori e maestranze musulmane, ebraiche e cristiane del loro tempo.

La fortezza è suddivisa nel complesso reale, nel cortile dei Mirti con la piscina chiamata *birka*, che contribuiva a raffreddare il palazzo ed era considerata simbolo di potere, nella Sala degli Ambasciatori, nel Cortile dei Leoni con la fontana, nella Sala degli Abenceragi, nel Generalife e in altri ambienti. Il complesso reale si divide poi in tre parti fondamentali.